L’arte esce dal garage. Le creazioni concettuali di Daniele Bruno Bergonzi

di Lucia Terlizzi

Riciclare significa trasformare materiali riutilizzabili. Un sistema efficace, per risparmiare sulle materie prime e ridurre i consumi energetici delle industrie.
Sono diversi i materiali che possono essere riciclati, a cui è possibile dare un nuova vita.
Love SOS Chiodo fisso Incazzometro Italia non mollare L’Italia e’ stesa Roger omaggio a Paul kostaby
Studi antropologici hanno reso noto che l’arte, con tutte le sue forme, si è evoluta con molta probabilità allo scopo di trasmettere le informazioni. Nel contesto odierno, questa funzione è venuta meno ma l’arte, sebbene mutata, non è deperita, ed ha continuato a manifestarsi liberamente. E se di avanguardie nel mondo artistico ce ne se sono state a volontà, potremmo ora trovarci davanti all’ennesima rivoluzione: quella che fa dell’arte il mezzo per valorizzare la natura sensibilizzando l’opinione pubblica
Ma Daniele Bruno Bergonzi, un “ ragazzo “ di 50 anni è andato oltre. Trasforma materiali di recupero in opere d’arte concettuali.
L’ arte di Daniele Bruno Bergonzi nasce dall’isolamento. Daniele scopre di essere un artista durante la quarantena obbligatoria per il coronavirus. Un giorno decide di andare nel suo garage/officina a creare. Nascono così le sue opere che utilizzano gli scarti a fini nobili. Assistiamo alla creazione di vere e proprie opere concettuali che potrebbero essere collocate, con non troppo sforzo, all’interno dell’arte povera italiana. (Salvatore Russo)
L’arte del riciclo, in qualche modo, nasce già nei primi anni del ‘900 con le opere di Marcel Duchamp, Man Ray, Alberto Burri e Piero Manzoni, i quali iniziarono ad impiegare oggetti di uso comune nella realizzazione delle loro opere. Con gli anni ’60 e l’avvento del consumismo, il tema dei rifiuti diviene oggetto di critica verso la società e l’arte un mezzo che veicola dei forti messaggi etici e sociali. Si arriva infine ad oggi, dove l’arte riflette una coscienza ecologica sempre maggiore e così, le nuove generazioni di artisti affrontano i temi dell’energia rinnovabile, dell’inquinamento, della sostenibilità e della gestione dei rifiuti, con approcci molto diversi e nei modi più disparati.

Daniele Bruno Bergonzi
– mi presento –

Classe 70, fin da bambino amo colorare e dipingere con stravaganza e ricchezza di colore, spremo i pastelli a cera sulla Fabriano come se fossero pennelli, a calcare più non posso per esaltare il colore… da lì ad oggi…buio totale: abbandono dell arte, del disegno. Mi dedico a varie passioni, cresco metto su famiglia e Penelope, mia figlia, che oggi ha 8 anni, mi estrapola dall’ anima la mia passione per l’arte, per i colori, per il creare. Giochiamo insieme dipingiamo pasticciamo. Poi un bel giorno arriva il covid 19..silenzioso ma bastardo…tanto da chiuderci tutti in casa.
Cerco rottami destinati al macero che inquinerebbero più del dovuto… li adopero, li modifico, li saldo, li dipingo a modo mio…per dare loro un’anima nuova. Non sono un artista, mi sento un uomo libero e cerco a modo mio di regalare piccole emozioni. E ancora, evitare che vecchi e usati attrezzi finiscano la loro vita. Una specie di reincarnazione della materia.
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