

Quando nel 2007, al Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegnò almaestro Franco Zeffirelli il Premio Leonardo, il regista pronunciò quella che sembrò un mot d’esprit, una battuta scherzosa: “I Corsi, che sono la mia famiglia, sono anche una famiglia che discende da Leonardo”. Non era uno scherzo.
Tra i 35 discendenti erano 18 quelli presenti all’evento di Vinci. Tra questi Giovanni Calosi, nato nel 1940 e residente nel paesino della provincia di Firenze, ex ragioniere in una ditta di falegnameria. Calosi ha iniziato a collaborare con Vezzosi 9 anni fa per rintracciare gli altri discendenti. E’ stato il primo ad essere stato informato della discendenza diretta con Leonardo: “Mia madre Dina aveva ragione – racconta Calosi – Ci parlava di documenti e lettere scritte al contrario che si leggevano solo allo specchio. Da generazioni si tramandava quella che noi abbiamo sempre ritenuto essere una leggenda e che invece si è poi dimostrata realtà. E’ per questo che a quei documenti, andati persi e venduti, non avevamo mai dato importanza”.
Gli fa eco la figlia Elena, classe 1968, architetto di Empoli. “Questa ricerca ci ha permesso di ricordare tutto quello che la nonna ci raccontava. Mio padre mi ha svelato solo alla fine i motivi della collaborazione con Vezzosi. L’ho aiutato a rintracciare i cugini e la sorpresa è stata generale. Cosa si prova a essere discendi di Leonardo Da Vinci? Ovviamente sono sorpresa io stessa, ma felice, felice anche per la mia nonna che non c’è più, e che era orgogliosa di avere il cognome Vinci. Stento io stessa a crederci ma è davvero emozionante vedere ricostruito ilproprio albero genealogico ed andare a fondo delle proprie radici. Se poi fra queste radici trovi avi così importanti come Leonardo, ovviamente dopo lo stupore la gioia prende il sopravvento. Chi non ha studiato Leonardo o visto i suoi dipinti?”.