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L’uomo che ha cancellato i graffiti del 5Pointz costretto a risarcimento milionario

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Il proprietario del 5Pointz, che ha ripulito il suo stabile dei graffiti d’autore, oggi deve rimpiangere la propria decisione
Il tribunale federale presieduto dal giudice Frederic Block ha stabilito in 6,75 milioni di dollari il risarcimento di 21 artisti da parte del proprietario dello stabile di New York.
A riferirlo è il Washington Post. A fine ottobre una corte distrettuale di Brooklyn aveva ammesso l’istanza degli artisti del 5Pointz rinviando alla corte federale la decisione se i graffiti, imbiancati dalla proprietà in seguito alla ristrutturazione dell’immobile, avessero meritato la conservazione come altre opere d’autore.
Storia di un edificio e dei suoi tanti graffiti
Era stato proprio l’uomo a concedere, agli inizi degli anni 2000, l’edificio tra Long Island City e Queens come “tela murale” a un collettivo di artisti, il PS1 (dall’ex-scuola pubblica), il quale aveva poi anche stretto accordi di patrocinio col Moma.
Il sito di 5Pointz compariva sulle guide turistiche ed era eletto come location di video e spot.
Durante la riqualificazione del Queens, con la conversione dei vecchi edifici in condomini residenziali, quando apparve la prospettiva della demolizione dell’edificio, il coordinatore del progetto artistico, Jonathan Cohen, in arte Meres One, lanciò una campagna nel tentativo di mettere sotto tutela 5Pointz.

La Preservation Commission respinse la domanda con la motivazione che si trattava di opere troppo recenti.
Nel 2013 il proprietario decideva di procedere alla ristrutturazione e quasi tutte le opere venivano imbiancate. Di qui l’istanza degli autori che lamentavano di non aver avuto modo di conservare i propri lavori, per esempio col distacco e l’asportazione altrove.
La sentenza di oggi fa perno sul Visual Artists Rights Act.
Cosa recita la sentenza e come fa storia
Il giudice Block da un lato ha riconosciuto il diritto del proprietario Wolkoff di disporre in pieno del suo edificio, dall’altro non ha stralciato le istanze degli autori procedendo nell’iter per dipanare la matassa dei diritti e tutele su 5Pointz.
Nel dispositivo della sentenza il giudice osserva peraltro che era diventato un “luogo egalitario” nel quale erano confluiti artisti provenienti da scuole d’arte rinomate e autodidatti, artisti interni ai tradizionali circuiti e artisti di strada, tanto che alcuni lavori potevano “meritare prominenti musei”.
Si stabilisce un fondamentale precedente. Per uno degli avvocati della parte lesa “è ora chiaro che la legge federale protegge la dignità dell’artista”.

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