Mart: chieste le dimissioni di Vittorio Sgarbi, la lettera dei dipendenti

di Redazione

In seguito alle dichiarazioni sull’emergenza Coronavirus, in molti stanno chiedendo le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalla carica di presidente del Mart. Qui la lettera dei dipendenti del museo
In seguito alle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi sull’emergenza sanitaria, da molte parti sono state indirizzate richieste di dimissioni dalla sua carica di Presidente del Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto che, solo pochi giorni fa, ha visto l’insediamento del nuovo Comitato Scientifico, a dir poco eclettico. Ma non il nuovo direttore, dopo l’addio di Gianfranco Maraniello, arrivato a fine mandato. Questa però è un’altra storia. Qui, invece, riportiamo la lettera dei dipendenti del museo, indirizzata oggi alle autorità provinciali.
«Nelle ultime ore da più parti sono state chieste le dimissioni del Presidente Sgarbi.
Noi dipendenti del Mart riteniamo doveroso far sentire anche la nostra voce.
Il museo pubblico dovrebbe porsi come centro identitario per la collettività, spazio di etica e inclusione, e le sue azioni dovrebbero essere portate avanti con senso di responsabilità.
Riteniamo che al presidente di un’istituzione culturale sia richiesto rispetto per le regole, decoro, sobrietà, secondo quei compiti di rappresentanza che il suo ruolo impone.
In questi anni abbiamo lavorato instancabilmente, con dignità e senso del dovere alla costruzione di un museo solido, autorevole, coraggioso. Vorremmo continuare a farlo.
E vorremmo farlo con un direttore e una programmazione certa, di medio e lungo periodo, attualmente disattesa.
Per questo chiediamo al Presidente Fugatti, all’Assessore Bisesti e alla Giunta della Provincia autonoma di Trento di metterci nelle condizioni di lavorare ancora nel migliore dei modi, nel rispetto del regolamento statutario del museo, dei suoi organi, dei suoi dipendenti e collaboratori e degli indirizzi politici e amministrativi del Trentino.
Rovereto, 10 marzo 2020
43 dipendenti del Mart»

I motivi della richiesta di dimissioni di Sgarbi
Ieri, il Presidente del museo trentino, in un video diffuso sulla sua pagina Facebook, ne ha sparata una bella grossa: secondo la sua opinione, infatti, il coronavirus non sarebbe affatto un’emergenza, anzi, una presa per il c*** (parole sue).
«Stiamo fermando un Paese per niente. Musei chiusi, bar chiusi, ristoranti chiusi. Non c’è nessun pericolo per le persone, se vanno in giro non succede niente. Sono morte delle persone che avevano già problemi, erano anziane e si sono prese una polmonite purtroppo per loro letale, come è sempre successo. Se i reparti non ce la fanno più, ragioniamo su come aumentare la capienza degli ospedali».
Ma le analisi di Sgarbi non si sono fermate allo stato “sanitario”, visto che ha preso di mira anche i virologi: «Chi cazzo è Pregliasco? Chi cazzo è Burioni? Ma quale virus? Che virus hanno scoperto? Il virus del buco del culo! Un virus talmente pericoloso che a 26 gradi muore, tu bevi un te’ caldo e il virus è giù morto. Ma che cazzo di virus è?».
E dulcis in fundo, prima di un accorato “Ribellatevi”, il Presidente ha annunciato anche di voler andare a Vo’ Euganeo, a Codogno, a Bergamo, a Lodi. Perché tanto, secondo la sua opinione, «non c’è un c****».
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