Lucia Chessari, un anno dopo il suo viaggio
di Loris Zanrei
12.02.2019
Ora vorrei dirlo con grande sincerità: per chi come me ama l’arte e le grandi opere venute alla luce nell’ultimo secolo, l’eroe che le ha composte e plasmate non si fa uccidere da niente e da nessuno. L’incontro con Lucia è stato un tuffo ad occhi chiusi nell’oceano più grande. Lei, una scultrice affermata con la voglia di cercare ancora la curiosità nel mondo. Io, un piccolo gallerista con il desiderio di non piegarmi alle regole del mercato globale. Lucia aveva dentro il miracolo dell’entusiasmo. Io non lo so. Certo accanto a lei era facile sentirsi vivi, desiderati, amati. La morte è il più grande mistero della vita. Assieme all’amore. Poche ore prima, stavamo parlando al telefono. Poi ci siamo salutati, addormentati, e al mio risveglio lei non c’era più. Non ci puoi credere. Ti senti quasi tradito, perché avevamo dei progetti, dovevamo fare un sacco di cose insieme. Tutto finito in un soffio.
La morte non aspetta. Arriva anche quando non sei pronto. E quando la incontro, mi è accaduto spesso ultimamente, mi scoppia una grande voglia di vita. È come se ogni mio caro che oltrepassa il Confine, distillasse il senso della mia vita. Come se mi scoppiasse la voglia di pace, di rispetto, di autenticità.
Se la morte ha un senso per chi resta, credo sia questo. Come se il silenzio che lascia, fosse un urlo per vivere con più intensità e meglio. In fondo il tempo è un’ipotesi, una convenzione. Mi sembra ieri che Lucia mi parlava. Ieri e domani sono un soffio.
Un vecchio cliché raccomanda di non chiedere l’età ad una signora. Ma per Lucia Chessari, il tempo è “semplicemente” lo spazio occupato dalla sua arte, e soprattutto da un’attività – altro luogo comune polverizzato a pieni voti – per convenzione ritenuta poco muliebre: la scultura. Imponente, monumentale. Dall’esordio caratterizzato da lavori in terracotta e bronzo, realizzati con linguaggio figurativo e forte tensione allusiva, Lucia transita poi ad una espressività più poetica e corporea , adottando ulteriori materiali come riferimento tecnico. Nella plasticità delle sue opere Lucia Chessari rimette l’energia del suo pensiero in continua evoluzione, che trova in esse il luogo in cui manifestarsi e rendere razionalmente tangibile la sua essenza, ancor più e maggiormente nelle figure tendenzialmente aniconiche dei lavori attuali, dove ha raggiunto l’essenzialità, formale e volumetrica. Essenzialità che non va affatto confusa con semplicità di contenuto, anche perché l’artista vi è giunta dopo calcoli, riflessioni, sofferenze, studi ed esperienze e, quindi, può piuttosto rappresentare un sunto ed anche un progetto del divenire. Attualmente il suo discorso artistico risulta diretto, deciso, sa qual è la sua provenienza e la sua direzione; il percorso da praticare se lo traccia, se lo segna, se lo afferma, se lo incide con la sicurezza della maturità acquisita con la pazienza e la dolcezza della formazione prima mentale oltre che culturale.
La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. (Henry Scott Holland)
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio
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