Nel segno della contemporaneità. L’estate dell’arte milanese ha puntato su autori di nicchia, anche difficili, su videoproiezioni e installazioni di realtà virtuale. Una scommessa che il pubblico ha mostrato di gradire. Del Corno: Avanti così»

È stata l’estate del contemporaneo. Una bella scommessa. Due maestri del Novecento italiano, Vincenzo Agnetti e Gianfranco Vitali, a Palazzo Reale; i riflessi dell’arte newyorkese al Museo del Novecento e alle Gallerie d’Italia. E poi l’installazione di suoni e immagini di Klimt al Mudec; la realtà virtuale di Iñárritu alla Fondazione Prada e l’allestimento immaginifico di Peter Greenaway alla casa del Manzoni.
Nessun nome popolare, catalizzatore di grandi numeri, come Escher che l’anno scorso ha totalizzato nei soli mesi di luglio e agosto 64.692 presenze. E tuttavia il bilancio di questa estate rivela una sostanziale tenuta di visitatori (con un saldo negativo di 5.778 ingressi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A presidiare le sale di Palazzo Reale c’erano Vincenzo Agnetti e Giancarlo Vitali, autori di grande qualità, ma certamente di nicchia. Il rischio di tenere aperta la vetrina espositiva della città senza un ritorno di pubblico è stato dunque grande. Chiuse rispettivamente il 18 giugno e il 2 luglio le grandi esposizioni dedicate a Keith Haring e Edouard Manet, davanti a Palazzo Reale più di un turista straniero deve essersi chiesto «Velasco: chi è costui»? Tuttavia i 15.446 visitatori che ne hanno varcato l’ingresso (ad essi vanno aggiunti i 5.281 della retrospettiva sui cento anni de La Rinascente), sono un numero in fondo lusinghiero anche se, va sottolineato, durante tutto agosto l’ingresso era gratuito. L’assessore alla cultura Filippo Del Corno ostenta soddisfazione: «L’andamento conferma come puntare sulla diffusione dell’arte contemporanea incontri il gusto sia dei milanesi che dei sempre più numerosi turisti che visitano la nostra città nei mesi estivi. È una strada che vogliamo continuare a seguire: proporre artisti di sicuro valore, con curatele di alta qualità scientifica, anche se non noti al grande pubblico. Una scelta di politica culturale che vuole offrire nuove occasioni di conoscenza dell’universo artistico a noi contemporaneo».
I numeri più alti del gradimento (e degli incassi), però, sono arrivati dal Mudec dove, nel solo mese di agosto, 24.354 persone si sono recate a vivere la «Klimt experience», uno spettacolo sonoro e visivo delle opere del maestro viennese. Così come ha sempre registrato il «tutto esaurito» la straordinaria installazione di realtà virtuale «Carne y arena» del regista Alejandro Iñárritu proposta dalla Fondazione Prada. E ancora, a conferma che anche nel periodo estivo c’è spazio per un pubblico da grandi numeri e per giocarsi grandi nomi, l’allestimento di Peter Greenaway delle opere di Giancarlo Vitali nel solo giorno di Ferragosto, l’unico di apertura agostana, ha richiamato nella casa del Manzoni una folla di 1.225 persone. Ottimi risultati anche per le Gallerie d’Italia che hanno convinto 12.790 persone a comprare un biglietto per la mostra «New york New York», in coproduzione col museo del Novecento.
Categorie