Rivoluzione nel mercato dell’arte mondiale grazie a Feral Horses
Feral Horses: il mercato dell’arte diventa liquido

Il mercato dell’arte evoca immagini di lunghe aste, ricchi collezionisti e compravendite milionarie, ma come sempre Internet si mette in mezzo a scombinare le carte in tavola.
Feral Horses, una startup con base a Milano e Londra, offre infatti la possibilità di diventare investitori “dal basso”.
Il team italo-francese ha creato una piattaforma dove gli utenti possono acquistare quote di opere d’arte, rivenderle e/o riscuotere i profitti derivanti dal loro affitto. Al momento è disponibile in tutta Europa, e si prepara al lancio negli USA.
È possibile acquistare quote a partire dallo 0,1% di ciascuna opera: è un mercato aperto sia a chi vuole investire poche centinaia di euro sia a chi è disposto a mettere sul piatto cifre più significative.

Nella sezione primary market le quote vengono vendute ad un prezzo prestabilito (il primo portfolio aveva una quotazione media di 6mila sterline), e ciascun investitore può comprare fino al 20% di ciascuna opera.
Dopo 45 giorni, se l’opera d’arte ha raggiunto una percentuale minima concordata con l’artista (es.
:75% delle quote), questa accede al secondary market, nel quale le quote possono essere vendute e comprate liberamente. L’azienda trattiene una fee dell’1% su queste transazioni secondarie.
Feral Horses dichiara di aver venduto finora il 27% del proprio portfolio, per un valore stimato di £54,000.
Secondo il CEO Francesco Bellanca, «fino a pochi anni fa, il mercato dell’arte era ancora un neonato.
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