L’Arte macabra di Carlo Conconi, le vanitas entrano nei musei italiani


Carlo Conconi, (1880 – 1962) e’ stato uno dei più significativi artisti del Novecento piemontese. Autore di magnifiche incisioni, di quadri, di pale d’altare e di affreschi, di ballate macabre, di Vanitas. Carlo Conconi fa parte di quel gruppo di artisti che, muovendosi con soluzioni originali nel solco del Simbolismo e dello Jugendstil, hanno inserito l’arte locale nell’ambito europeo. Nella traccia del Simbolismo e della Secessione Conconi sviluppa, dagli anni Venti agli anni Sessanta del Novecento, un percorso originale, perseguito con un perfezionismo che si rivela fin dalle prime opere grafiche, eseguite a vent’anni, nelle quali confluiscono elementi simbolisti, esoterici, psicologici.

Nato a Trento nel 1880 Carlo Conconi ebbe dalla famiglia, una delle operose e colte famiglie dell’Impero austriaco, la propensione all’arte: il nonno, fornitore di mobili per la corte di Casa d’Austria, il padre, direttore di una falegnameria industriale e appassionato di aeronautica fino a costruire un proprio aereo, la zia, musicista e suonatrice di cetra. Le prime suggestioni della Secessione viennese gli vennero trasmesse dal pittore Raffaele Partano, suo insegnante di disegno all’Istituto d’arte di Torino che lo indirizzò a Roma, all’Accademia Inglese di Belle Arti, dove insegnava il simbolista tedesco Lipinsky, fondamentale nella formazione artistica di Conconi, che lo ricorda nei suoi “Ricordi d’arte essenziale e di gioventù”: “Non conobbi artista, come Lipinsky, che avesse così chiaro e affinato il senso della forma. I suoi insegnamenti divennero parte viva di me stesso e diedero forma viva all’espressione della mia fantasia pittorica che ebbi sempre fervidissima.”

A Roma Conconi si avvicina agli esoteristi che gravitano attorno alla figura di Julius Evola e alla rivista “Atanor”, per la quale nel 1924 disegna la copertina. Sono dell’epoca le incisioni concepite come opere esoteriche-ermetiche Furor animae e la Superstizione, quest’ultima illustrata da Domenico Folgari nell’Annuario del CAI del 1987 e considerata una delle opere più affascinanti dell’arte incisoria del Novecento italiano. La notte, luogo di ascesa, quasi di ebrezza mistica, compenetrazione dell’uomo con l’assoluto, è elemento fondante nell’estetica di Carlo Conconi , tradotta nelle suggestive acqueforti Tramonto Notturno, excursus filosofico, simbolico ed esoterico, apoteosi wagneriana dell’uomo che s’innalza fino alle atmosfere del buio. Ad oggi le opere di Carlo Conconi sono esposte al museo itinerante Mudes.

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