I Pokémon amano l’arte: avvistati a decine agli Uffizi di Firenze
I Pokémon amano l’arte: avvistati a decine agli Uffizi di Firenze Gli Uffizi sono infestati dai… Pokèmon. I mostriciattoli protagonisti del gioco del momento hanno invaso la Galleria d’arte di Firenze. Tweet 20 LUGLIO 2016 “Ce ne sono a decine”.
L’annuncio arriva direttamente dagli addetti alla Galleria degli Uffizi di Firenze, uno dei musei più famosi del mondo che ospita alcuni fra i più grandi capolavori dell’umanità, realizzati da artisti come Cimabue, Caravaggio, Giotto, Mantegna, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Mantegna, Tiziano, Parmigianino, Canaletto e Sandro Botticelli, e si riferisce ai Pokémon: i mostriciattoli protagonisti del celebre gioco che impazza in giro per il mondo. Sono tra le statue, nei corridoi un tempo solcati dai Medici, per le scale, nelle sale che ospitano i dipinti. Si aggirano nel Corridoio Vasariano e sotto la Loggia dei Lanzi, a Palazzo Pitti e persino nel Giardino di Boboli. Ci sono Rattata e Bulbasaur, tra gli esemplari più antichi, e, fa sapere il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali via twitter sul suo account ufficiale @Mibact, persino Charmander. Ci ride su il direttore della Galleria, Eike Schmidt, recentemente alle prese con ben altro tipo di infestazione. “Questa volta volta siamo infestati dai Pokemon e non dalle zecche – ha scherzato -. Un’infestazione puramente virtuale. Meno male…”. Tanta abbondanza di mostricciattoli a Firenze ha già avuto il suo primo effetto: venerdì 29 luglio, nella fattoria di Maiano si terrà il primo raduno fiorentino di Pokemon Go, sulla scia di quello organizzato a Roma in Piazza del Popolo nei giorni scorsi. Dalle 18, gli appassionati potranno divertirsi a scorrazzare per i 50 ettari del parco botanico e mettersi sulle tracce degli animaletti virtuali creati nel 1995 dalla fantasia del giapponese Satoshi Tajiri e tornati oggi fenomeno del momento. “Noi da sempre preferiamo il reale al virtuale, ma se questo gioco, diventato in pochi giorni così diffuso, crea nuove opportunità per conoscere e scoprire luoghi storici del nostro territorio ben venga”, ha spiegato la famiglia Miari Fulcis, titolare della fattoria. E proprio questo aspetto del gioco, che sfrutta realtà aumentata e geolocalizzazione, è considerato uno dei maggiori pregi dell’applicazione, una moderna caccia al tesoro in grado di interrompere abitudini sedentarie, regalare stimoli, favorire l’aggregazione. Così, mentre molte strutture, soprattuto ospedali e scuole, vietano l’app, in controtendenza il C.S. Mott Children’s Hospital in Michigan (Usa) ha pensato di sfruttarne le potenzialità: “è un modo divertente per incoraggiare i piccoli pazienti a essere più socievoli ” e a superare così con allegria e ottimismo la degenza. La direzione dell’ospedale ha anche realizzato un vademecum per l’utilizzo sicuro di Pokémon Go all’interno degli spazi dove lavorano medici e vengono assistiti i malati e ha predisposto delle aree comuni dove “andare a caccia” di mostri.
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