Top e flop Arte Fiera 2020: il meglio e il peggio della rassegna più importante dell’arte bolognese e nazionale


COME DI CONSUETO STILIAMO PER ARTING NEWS LA CLASSIFICA DEL MEGLIO E DEL PEGGIO DI ARTE FIERA BOLOGNA A MANIFESTAZIONE ORMAI CONCLUSA.

In un’Emilia Romagna risvegliatasi con i risultati elettorali si è conclusa anche un’altra maratona: quella dell’arte. A colpi di opere, mostre ed eventi tutta la città si è data da fare per fornire alla propria fiera, la più antica di Italia, una art week con i controfiocchi. Ecco cosa è successo, cosa ci ha convinto e cosa no della settimana dell’arte intorno Arte Fiera Bologna.
1. TOP – LA VOGLIA DI CAMBIARE

Non siamo persuasi al 100% che quella intrapresa dal duo Menegoi – Bartoli sia la direzione giusta – sarà solo il tempo a dirlo – e sicuramente qualche lamentela non è mancata. Certamente però la voglia di nuovo e di dare un taglio netto rispetto alle edizioni precedenti con questa Arte Fiera 2020 si è vista: il ritorno alla vecchia collocazione nell’agenda dell’arte contemporanea, l’abolizione del lunedì figlio di un retaggio ormai ingiallito, la destrutturazione dello spazio espositivo e la conquista dei nuovi padiglioni dimostrano una certa voglia di provarci, che va premiata.
territorio.
2 – FLOP – LE FIERE

Più che un flop è una considerazione: in una settimana dell’arte che gira intorno alle fiere ciò che ci sembra abbia funzionato di meno sono proprio le fiere. Se abbiamo salutato con piacere l’idea di innovare e cambiare per Arte Fiera, dobbiamo anche dire che la nuova disposizione dei padiglioni ha generato non pochi malumori, soprattutto da parte di alcuni espositori del contemporaneo, che si sono ritrovati improvvisamente alle pendici della manifestazione. È mancata spesso anche la voglia di rischiare proprio all’interno dei booth. E, parlando delle collaterali, di certo Booming e Paratissima non ci hanno fatto proprio sognare… La faccenda è che la fiera – fatte salve alcune eccezioni di livello globale come Art Basel e poco altro – è un format polveroso, un rito stanco, una liturgia superata che andrebbe innovata profondamente.
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