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immagineAll’intervento di Sgarbi ha replicato ammirato (ma mai auto-compiaciuto) lo stesso Paolo Vallorz: “Amo Sgarbi, lui è un vero critico perchè dice quel che sente, un fine conoscitore, uno sente con le trippe. Non mi sento affatto umiliato di essere stato messo al bando, ne sono fiero e cerco di stare lontano più possibile dal circo dell’arte. Vivo a Parigi, dipingo, lascio i quadri alla mia terra, non sono triste e per niente al mondo cambierei la mia vita”.  

immagine“Mi sono occupato di oltre 1000 pittori ed è una leggenda che io non ami il contemporaneo. Ma se guardo la scatoletta di latta o la merda d’artista io non provo nulla. Anche per questo ho messo al padiglione Italia della Biennale il film ‘Vacanze Intelligenti’ di Sordi e pochi sanno che la pellicola era ambientato davvero in una Biennale, quella del ’77 dedicata ad Arte Natura, e credo magistrale la scena delle pecore/opera d’arte o la sora Lella trasformata in opera d’arte perchè esausta su una sedia”. (Vittorio Sgarbi) 

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VITTORIO SGARBI – “MA CHE COSA È CONTEMPORANEO?”

di Corona Perer

Il noto critico e storico dell’arte è noto per la rituale franchezza delle sue affermazioni. Con un magistrale passaggio su arte contemporanea e follie (contemporanee) ha spiegato perchè capita che certi artisti vengano ignorati. Lo ha fatto ragionando su Paolo Vallorz come “caso” e spiegando che è stato ignorato proprio perchè i critici sono snob, disinformati e pure un tantino ignoranti.

“Io pensavo che fosse sparito dal mondo perchè sembrava non avesse cittadinanza. Il problema è il concetto di contemporaneo: che viene interpretato ideologicamente anziché come si dovrebbe cronologicamente. L’ultimo secolo è stato attraversato da avanguardie e Duchamp ha fatto saltare tutto, così un Vallorz sembra non avere legittimità nel mondo dell’arte. Ma questa è la dittatura dell’arte! Quella dittatura che ha lasciato dietro se vittime eccellenti come Vallorz. Oggi qui al Mart stiamo facendo un atto di palingenesi. Infatti se andate a chiedere a un Bonami chi sia Vallorz e dove collocarlo, vedrete che per lui non esiste: sembra una bestemmia oggi un pittore che dipinge e sconfessa quel Fontana che taglia la tela per dire che non si può più dipingere. Ma se fosse così allora Bacon sarebbe un coglione e non a caso dopo una mia feroce polemica con Bonami per la sua mostra Italics, lui inserì Annigoni e Guttuso che altrimenti non ci sarebbero stati”.

Vittorio Sgarbi ha ricordato il suo maestro Barilli e il confronto che vede i due opposti: gli impediti e gli artisti con pedigree. “E’ così che si arriva alla follia che i bravi proprio perchè bravi sarebbero ‘arretrati’ e ‘indietro’. Ecco allora che il mercato premia Lucien Freud a miliardi e persino Celant parla bene di lui. E mi chiedo: perchè Vallorz non c’è, lui che altro non ha fatto che dipingere? Il problema è che in pittura ci sono gli assistiti, i nessuno, e chi scappa per amore della pittura nella pittura (come Leonardo Cremonini scappato anche lui a Parigi). Mi chiedo dove sono gli Achille Bonito Oliva e i Bonami per artisti come loro? Ma vi immaginate la Belli che alza il telefono e li chiama per chiedere loro di scrivere qualcosa su Vallorz? Risponderebbero: chi è, quanti anni ha? Quando è arrivata questa donazione ho gioito: ero sicuro che fosse vivo, ma certo trascurato e tramortito” ha aggiunto il critico e storico dell’arte che ha poi messo in discussione il concetto di contemporaneo.

“Che cosa vuol dire essere artista contemporaneo? Io sono contemporaneo di Dorfles che ha 101 anni ed è un pessimo pittore e di un bimbo di 5 anni. Penso che invece è necessario stabilire una soglia dell’esistenza, non un limen tra artisti maggiori e minori e gran parte degli artisti stanno sotto la soglia, quella soglia che da 1 porta a 1000, dove 1000 sta per Velàsquez, artisti che spesso vengono rovinati dai loro curatori” ha affermato Sgarbi che proprio a questo punto aveva fatto l’esempio di Aron Demetz. Ecco Vallorz è un uomo sereno, fa quello che vede, nei suoi quadri c’è ciò che vede e le emozioni di ciò che sta vedendo, l’odore, la carne. Nei suoi volti ci ricorda un Soutine che ha perso sangue, filtrato, poetico. Penso che il mio compito sia dirlo, ma potrei anche tacere. Perchè gli altri tacciono? Gabriella Belli ha il merito di aver valorizzato questo artista contemporaneo”.

Vittorio Sgarbi ha sconfessato anche la leggenda che vorrebbe lui un nemico giurato dell’arte contemporanea in quanto strutturalmente ‘storico dell’arte’.

“Mi sono occupato di oltre 1000 pittori ed è una leggenda che io non ami il contemporaneo. Ma se guardo la scatoletta di latta o la merda d’artista io non provo nulla. Anche per questo ho messo al padiglione Italia della Biennale il film ‘Vacanze Intelligenti’ di Sordi e pochi sanno che la pellicola era ambientato davvero in una Biennale, quella del ’77 dedicata ad Arte Natura, e credo magistrale la scena delle pecore/opera d’arte o la sora Lella trasformata in opera d’arte perchè esausta su una sedia”.

Sgarbi ha quindi ricordato le parole di un artista come De Dominicis al quale chiesero che posizione avesse di fronte all’arte contemporanea. “E lui furbo e intelligente rispose ‘…seduto se dipingo su piccoli formati e in piedi se invece dipingo grandi formati… Il problema oggi è dire la verità: Paolo Vallorz è vivente, è artista, Paolo Vallorz c’è anche se fino a qualche giorno fa qualcuno lo ignorava”.

Nel saggio critico consegnato al corposo catalogo edito dal Mart scrive che “…Lui profuma di pane… ogni volta dipinge torna nella sua valle con la memoria e con le lacrime agli occhi…” concludendo con una affermazione: la vera pittura è estranea a ogni teoria. Non ha caso il critico ferrarese ha intitolato il suo saggio critico “Commossi a commosso: Vallorz al Mart”.

Fedele a se stesso, Sgarbi non ha risparmiato quello che altri – per opportunità – avrebbero ammorbidito o omesso. Sonore bordate verso Letizia Regaglia (direttrice di Museion) che lo avrebbe criticato per le scelte fatte in Biennale (“…Ma lei ha preso a calci nel sedere uno come Vallorz grandissimo artista che oggi vengo a presentare”) e poi verso Durni. “Ogni 6/7 mesi litigo con Luis Durnwalder, ma quando dice che non celebra l’Italia ad esempio non posso che arrabbiarmi”.

“Nell’arte contemporanea continuo ad assistere ad autentiche follie. Penso alla famiglia dei Demetz e devo dire che Aron è stato rovinato da Danilo Eccher che gli ha chiesto di aggiungere questo o quello alla sua arte. Forse per questo ho frequentato di meno di quel che avrei dovuto questo museo di arte contemporanea più importante del nord Italia, che svolge un ruolo di cerniera e simbolico” ha detto Sgarbi riferendosi al Mart del quale si è detto “ammirato”, tessendo le lodi di Gabriella Belli direttrice.

“Credo di aver avuto dei pregiudizi su di lei, l’avevo confusa con una che mi critica invece quella era la Regaglia, la vostra direttrice è curiosa di tutto ed è proprio vero Trento e Bolzano sono due mondi diversi”.
Rovereto 2 luglio 2011

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