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Claude Monet come non l’avete mai visto: a Milano un viaggio immersivo tra luce, ninfee e rivoluzione impressionista

A cura di redazione

Milano – La pittura si fa luce, la luce diventa suono, il suono diventa emozione. È questo il cuore di Claude Monet: The Immersive Experience, la nuova mostra multimediale ospitata allo Spazio Ventura, che promette di condurre il pubblico dentro l’universo del maestro francese come mai prima d’ora.

Non una semplice esposizione, ma un percorso sensoriale in cui le celebri ninfee, i ponti di Giverny, le cattedrali e i paesaggi impressionisti prendono vita in un ambiente avvolgente, fatto di proiezioni a 360°, sonorizzazioni originali e installazioni che amplificano la percezione visiva. Un’esperienza costruita per immergere letteralmente lo spettatore nel processo creativo di Monet, nelle sue ossessioni luministiche, nei colori vibranti e nelle pennellate in cui si disperde il confine tra reale e percepito.

La rivoluzione impressionista raccontata con le tecnologie del presente

Nel grande spazio industriale milanese, il visitatore è accolto da una sequenza di ambienti che uniscono rigore storico e invenzione scenografica. La mostra, prodotta nell’ambito del format internazionale Claude Monet: The Immersive Experience, utilizza videomapping ad alta definizione, scenografie digitali e contenuti interattivi per restituire la natura rivoluzionaria dell’Impressionismo.

La proiezione immersiva centrale è il cuore narrativo: un racconto visivo che parte dagli anni giovanili dell’artista e conduce fino all’ultima stagione di Giverny, dove le Ninfee diventano un’opera totale, un dialogo infinito fra acqua, cielo e colore. Seduti o distesi a terra, gli spettatori osservano le opere trasformarsi, animarsi, scorrere come fossero frammenti di un sogno ad occhi aperti.

Tra atelier ricostruiti e realtà virtuale: l’intimità del gesto pittorico

La visita prosegue con sezioni didattiche e installative che ricostruiscono il contesto umano e artistico in cui Monet operava. Un atelier evocativo permette di osservare pigmenti, schizzi e riproduzioni degli strumenti del pittore, mentre pannelli interattivi raccontano la genesi delle sue serie più famose, dalle Cattedrali di Rouen alle Covoni.

Particolarmente suggestiva la parte in realtà virtuale, dove, indossando un visore, il pubblico può “camminare” nel giardino di Giverny, seguire il maestro lungo i sentieri fioriti o affacciarsi sul celebre laghetto delle ninfee. Un modo per trasformare l’osservazione in esperienza, per avvicinarsi alla dimensione quotidiana dell’artista e al suo rapporto quasi rituale con la natura.

Un nuovo modo di raccontare i classici

La mostra milanese conferma il crescente successo delle esperienze immersive dedicate ai grandi protagonisti dell’arte: un linguaggio capace di coinvolgere nuovi pubblici senza rinunciare al rigore culturale. Nel caso di Monet, la tecnologia diventa un ponte tra la lirica delicatezza delle sue opere e la sensibilità contemporanea, abituata a vivere l’arte come flusso, ambiente, immersione.

Claude Monet: The Immersive Experience è dunque più di un omaggio: è un’occasione per comprendere quanto l’innovazione nasca sempre da uno sguardo radicale sul mondo. E quello di Monet, ancora oggi, continua a rischiarare la storia dell’arte con la stessa forza della luce che inseguì per una vita intera.

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