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La Banana di Cattelan: Storia di un’Opera d’Arte inimitabile

A cura di redazione


Nel mondo dell’arte contemporanea, poche opere hanno suscitato tanto clamore quanto “Comedian”, la famigerata banana attaccata al muro con il nastro adesivo di Maurizio Cattelan. Presentata nel 2019 alla fiera Art Basel di Miami Beach, l’opera ha diviso pubblico e critica, diventando nel giro di pochi giorni un fenomeno mediatico globale. Ma qual è la storia dietro questa provocazione? E cosa rappresenta davvero?

Un Frutto, un Nastro, un Concetto

“Comedian” nasce da un’idea tanto semplice quanto destabilizzante: una banana vera, acquistata in un supermercato locale, fissata al muro con un nastro adesivo argentato. L’opera è stata venduta in tre edizioni numerate (più due prove d’artista) a cifre stratosferiche – fino a 150.000 dollari ciascuna. Ma ciò che si acquistava non era la banana stessa, soggetta ovviamente al tempo e alla decomposizione, bensì il certificato di autenticità e le istruzioni per l’installazione.

Cattelan, come Duchamp

Maurizio Cattelan non è nuovo a gesti provocatori: dalla scultura del dito medio davanti alla Borsa di Milano (“L.O.V.E.”) al papa colpito da un meteorite (“La Nona Ora”). Con “Comedian”, l’artista si inserisce nel solco del dadaismo e della ready-made art, in particolare dell’opera di Marcel Duchamp, che nel 1917 sconvolse il mondo con il suo orinatoio firmato “Fountain”.

L’Arte come Performance e Paradosso

Il valore di “Comedian” non è nella banana, ma nel paradosso che genera. È un’opera sul consumo, sul mercato dell’arte, sulla fugacità. Ogni volta che la banana marcisce (e succede in pochi giorni), va sostituita. L’arte, dunque, è nell’idea e nel gesto, non nell’oggetto. L’acquirente diventa parte di una performance continua.

Il momento più clamoroso? Quando un artista performativo, David Datuna, mangiò la banana davanti ai visitatori, definendo l’atto “Hungry Artist”. Nessuna denuncia, nessuno scandalo legale: la banana fu semplicemente rimpiazzata, come previsto dal protocollo dell’opera.

Critiche, Meme e Riflessioni

“Comedian” ha scatenato una valanga di commenti, meme e riflessioni. C’è chi l’ha definita una truffa, chi un capolavoro concettuale. La banana è diventata un simbolo dell’assurdità del mercato dell’arte contemporanea, ma anche una critica ironica alle dinamiche di consumo e all’ossessione per l’originalità.

Anche musei, gallerie e collezionisti si sono divisi: alcuni l’hanno ignorata come semplice trovata pubblicitaria, altri l’hanno esaltata come il gesto artistico più potente del decennio.

Cosa Rimane della Banana?

Oggi, “Comedian” vive soprattutto nei dibattiti. Non è più solo un’opera: è diventata un’icona culturale, come il barattolo di zuppa Campbell di Warhol o il taglio sulla tela di Fontana. Con la sua ironia, la sua leggerezza apparente e la sua profondità concettuale, Cattelan ha messo in discussione cosa significhi “arte” nell’epoca dell’immagine virale e della mercificazione totale.

Conclusione:

“Comedian” è molto più di una banana su un muro. È una domanda senza risposta, un sorriso beffardo rivolto a chi cerca senso nell’assurdo. Come spesso accade con Cattelan, l’opera non parla solo di arte, ma del mondo in cui viviamo — e del prezzo che siamo disposti a pagare per possedere un’idea.