Il “genio” dei Macchiaioli, 170 opere di Giovanni Fattori in mostra a Xnl Piacenza
A cura di redazione



Il “genio” dei Macchiaioli. Si attendono oltre 10mila visitatori alla mostra su Giovanni Fattori, curata da Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, che si apre al pubblico sabato 29 marzo (dalle 10) a Palazzo Xnl. È una mostra con cui Piacenza si apre all’Italia intera, già alla presentazione anticipata alla stampa la sala del secondo piano di Xnl era piena di giornalisti specializzati provenienti da ogni parte del Paese. La mostra avrà una seconda anticipazione – ingresso su invito – alle 17.30 di venerdì 28 marzo. Resterà attiva fino al 29 giugno con i seguenti orari di apertura: da martedì a venerdì ore 10.00-19.00; sabato, domenica e tutti i festivi ore 10.00-20.00.
La mostra celebra il bicentenario della nascita di uno dei protagonisti del grande naturalismo europeo della seconda metà dell’Ottocento, ed è realizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, che ospita in contemporanea la mostra collegata “Da Ghiglia a Morandi. Ripensare Fattori nel Novecento“, curata da Barbara Cinelli. Alla presentazione per la stampa di venerdì mattina, 28 marzo, sono intervenuti i curatori della mostra “Giovanni Fattori 1825-1908.
Il genio dei Macchiaioli” Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, l’artista Elger Esser (di cui sono ospitate alcune opere all’interno della mostra a Xnl), la curatrice della mostra della Ricci Oddi, Barbara Cinelli, e poi la direttrice artistica di Xnl Arte, Paola Nicolin, la direttrice della Galleria Ricci Oddi, Lucia Pini, il vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Mario Magnelli, l’assessore alla cultura del Comune di Piacenza, Christian Fiazza, e il presidente del Cda della Banca di Piacenza, Giuseppe Nenna.
Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista indiscusso del movimento dei Macchiaioli, è stato uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti i generi pittorici. Dalle prime ricerche sulla macchia, agli intensi ritratti, dai paesaggi en plein air ai soggetti di vita rurale e alle scene che esaltano la Maremma, simbolo di quel mondo contadino che Fattori amava e che contrapponeva alla disorientante modernità urbana. Su questi campeggia la straordinaria interpretazione dei soggetti militari, indagati sia nelle manifestazioni più solenni ed epiche delle grandi campagne delle Guerre d’Indipendenza, sia nei momenti più intimi della vita di guarnigione. Di fronte al crollo di tutte le aspirazioni e gli ideali riposti nell’Unità, la sua produzione, mai scontata e sempre distante da una retorica celebrativa, è stata accompagnata da una personale riflessione etica, al punto da rappresentare una delle testimonianze più autentiche e coerenti del nostro Risorgimento. A lui XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dedica, dal 29 marzo al 29 giugno 2025, la mostra “Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli” a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini.
La mostra – organizzata in occasione del bicentenario della nascita e della prossima uscita del catalogo ragionato, a cura di Giuliano Matteucci – con 170 opere (di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni) si propone di rinnovare la memoria di Fattori offrendo una nuova interpretazione della sua figura e della sua opera, concentrandosi sulle peculiarità e l’unicità dell’artista e dell’uomo in rapporto al panorama dell’arte italiana del XIX secolo. Una particolare attenzione viene dedicata alla produzione grafica dell’artista, composta da acqueforti di straordinaria bellezza, che rivelano la sua capacità di rinnovare il linguaggio attraverso una tecnica nuova, complementare alla pittura. Grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, in mostra vengono esposti disegni e acqueforti inedite che testimoniano l’evoluzione stilistica dell’artista e il suo impatto sulla grafica italiana del Novecento.
Tale antologica si avvale, inoltre, della collaborazione dell’Istituto Matteucci di Viareggio e Milano, che in questa occasione mette a disposizione una selezione di opere che documentano la complessità artistica di Fattori, dal periodo della “macchia” fino a sviluppi che anticipano tendenze del Novecento. L’arte di Fattori ha lasciato un’impronta indelebile anche sulla cultura del XX secolo, come documentano saggi critici e opere di artisti contemporanei come Ugo Ojetti, Emilio Cecchi e Giorgio de Chirico. Le sue opere hanno ispirato anche importanti registi italiani tra cui Luchino Visconti, che ha utilizzato le atmosfere fattoriane nei suoi film sul Risorgimento, come Senso (1954) e Il Gattopardo (1963).
La mostra si conclude con un’area dedicata al contemporaneo, dove l’arte di Elger Esser offrirà una riflessione visiva unica. Le sue immagini, liriche e introspettive si occupano della relazione tra pittura e fotografia e sono caratterizzate da un affascinante equilibrio tra paesaggio e memoria storica, introducendo una dimensione contemporanea che dialoga in modo intenso con il naturalismo ottocentesco di Fattori. Questo incontro tra epoche distanti arricchisce la mostra di una nuova prospettiva, creando un ponte tra il passato e il presente che amplifica il valore dell’esperienza artistica proposta da XNL. Un contrasto stimolante che invita il visitatore a riflettere sul continuo e dinamico sviluppo dell’arte, offrendo uno spunto di riflessione su come la memoria storica possa essere reinterpretata e attivata oggi.
In occasione della mostra di XNL Piacenza, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi presenta Da Ghiglia a Morandi. Ripensare Fattori nel Novecento, a cura di Barbara Cinelli. In mostra oltre 30 opere che testimoniano la vitalità del grande maestro toscano ben addentro al XX secolo. Il percorso che affianca al gruppo dei pittori livornesi formatisi nel solco di Fattori grandi artisti quali Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Oscar Ghiglia esplora attraverso dipinti e incisioni le diverse strade tramite le quali gli artisti del Novecento hanno articolato il loro dialogo a distanza con il pittore in un confronto sempre personale e proficuo.
Il programma Arte di XNL è promosso da Rete Cultura Piacenza, che comprende Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio dell’Emilia e Diocesi di Piacenza-Bobbio. La mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli è prodotta da Dario Cimorelli Editore e realizzata con il sostegno della Banca di Piacenza, in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, l’Istituto Matteucci, il Comune di Livorno e la Fondazione Livorno.
L’INTERVENTO DELLA SINDACA DI PIACENZA, KATIA TARASCONI – Con la mostra Giovanni Fattori (1825-1908). Il ‘genio dei Macchiaioli si conferma la forza e l’importanza cruciale della sinergia tra le varie ‘anime’ del territorio piacentino, istituzionali e non solo. Una sinergia reale, appassionata e operativa con un unico obiettivo condiviso: l’affermazione e la crescita di Piacenza come polo culturale e artistico di prim ordine nel panorama nazionale e internazionale. Un grande evento che dimostra quanto sia efficace l’azione di Rete Cultura Piacenza, che unisce Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune, Provincia, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio e Diocesi, e si avvale dell’insostituibile sostegno della Banca di Piacenza e della collaborazione della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi a cui si sono uniti il Comune e la Fondazione di Livorno.
Impegno, passione e competenza per creare un’offerta sempre più ricca e attrattiva, mirando a un respiro ampio e di assoluta qualità nel panorama italiano della cultura e dell’arte. Perché il segreto è proprio questo: puntare in alto. E con questa mostra si è puntato molto in alto. Giovanni Fattori, figura centrale del movimento dei Macchiaioli, ha segnato la storia dell’arte italiana del XIX secolo con la sua capacità di innovare e di cogliere l’essenza della vita quotidiana attraverso la pittura. La mostra, curata da esperti autorevoli come Fernando Mazzocca, Giorgio Marini ed Elisabetta Matteucci, è unica nel suo genere: si propone di rivisitare l’eredità artistica di Fattori, mettendo in luce non solo le sue opere iconiche, ma anche aspetti meno conosciuti, come la sua raffinata produzione grafica. Grazie alla collaborazione con l’Istituto centrale per la grafica di Roma e l’Istituto Matteucci di Viareggio e Milano, i visitatori hanno l’opportunità di ammirare disegni e acqueforti inedite che testimoniano la straordinaria versatilità di un artista che ha saputo rinnovare il linguaggio visivo del suo tempo.
Ma non è tutto; la mostra esplora il dialogo tra passato e presente attraverso la lente dell’arte contemporanea, presentando le opere di Elger Esser, il cui lavoro invita a riflettere su come la memoria storica possa essere reinterpretata in chiave attuale. Questa interazione offre ai visitatori un approfondimento particolare sulle interconnessioni tra epoche e stili, dando vita a un’esperienza culturale e artistica davvero inedita. Grazie, dunque. Grazie a tutte le istituzioni, gli enti, i professionisti, i collaboratori e i soggetti che a vario titolo hanno reso possibile questo straordinario progetto. La mostra sul ‘Genio dei Macchiaioli’ è non solo un onore per Piacenza, ma è anche un esempio lampante di come la nostra città stia crescendo, stia investendo nella cultura come elemento cruciale per lo sviluppo, e lo stia facendo aprendosi anche a collaborazioni di alto livello al di fuori dei confini territoriali. Continuiamo insieme su questa strada, uniti dalla passione per l’arte e dalla volontà di valorizzare il nostro patrimonio culturale.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO, ROBERTO REGGI – Celebriamo uno dei maggiori pittori italiani dell’Ottocento, nel bicentenario della nascita, con un evento che ne rivela la grandezza e la modernità. La mostra Giovanni Fattori (1825-1908). Il ‘genio’ dei Macchiaioli ricostruisce un percorso sospeso tra realismo e naturalismo, la sua sapiente abilità nel raccontare il paesaggio, il rapporto fra vita rurale e scenari urbani, l’epica delle grandi battaglie e lo sguardo in soggettiva calato in scenari di guerra. Nei mesi scorsi, insieme alle istituzioni che fanno parte di Rete Cultura Piacenza, ci siamo a lungo interrogati sulla definizione di un progetto in grado di offrire alla città un evento di respiro nazionale. Ritengo che questa mostra, per la sua completezza e accuratezza e per la sua capacità di rinnovare la memoria di Fattori concentrandosi sulle peculiarità e l’unicità dell’artista e dell’uomo, renda omaggio anche al ruolo crescente del nostro territorio all’interno dei circuiti d’arte nazionale.
Questo percorso che ci restituisce le riflessioni in forma d’arte di Fattori, destinate ad avere un impatto importante anche sugli artisti del Novecento e a lasciare tracce in diversi linguaggi artistici – pittura, cinema, grafica, fotografia -, si inserisce perfettamente nella cornice di XNL Piacenza. Il centro dedicato alle arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, per la sua vocazione pubblica e territoriale e per la sua collocazione, centrale rispetto ai principali luoghi della cultura a Piacenza, si configura come crocevia naturale di stili, epoche e forme d’arte, nonché luogo-ponte al servizio della città e aperto a progetti di sistema. All’insegna di questa trasversalità è questa mostra che, oltre a celebrare i duecento anni della nascita di Giovanni Fattori, prevede un’area dedicata al contemporaneo, nello specifico alla visuale unica degli scatti paesaggistici di Elger Esser, ponendoli in dialogo con il naturalismo ottocentesco del genio dei Macchiaioli, e una collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, che allestisce una sezione dedicata agli artisti del Novecento che di Fattori hanno raccolto gli insegnamenti e l’eredità.
Per tutto questo, e per il valore culturale che la mostra esprime, il mio ringraziamento va a tutti coloro che, a vario titolo e con spirito di collaborazione, hanno trasformato questa idea in un progetto. Grazie inoltre alla Banca di Piacenza, sempre al fianco di Rete Cultura Piacenza, e al Comune di Livorno e alla Fondazione Livorno, che ci hanno supportati nel dare vita a questa importante esposizione, da vedere e da vivere insieme.
RAGIONI DI UNA MOSTRA (di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci, Giorgio Marini) –Nella ricorrenza del bicentenario della nascita di Fattori abbiamo voluto ricordare questo protagonista del grande naturalismo europeo della seconda metà dell’Ottocento, riconsiderando la sua figura e la sua vicenda creativa attraverso nuove prospettive che tengano anche conto dei più recenti risultati degli studi. Il nostro riferimento è stato in particolare l’appena edito Catalogo ragionato delle opere, esito straordinario di un lungo e approfondito percorso di ricerca condotto nel corso di vent’anni da Giuliano Matteucci, il massimo esperto e interprete dell’artista. La collaborazione con l’Istituto Matteucci, centro di eccellenza per gli studi sull’Ottocento dotato di un fondamentale Archivio e di strumenti aggiornati, ci ha consentito di poter dispor-re di una serie di opere, scandite cronologicamente su vari periodi, in grado di restituirci la complessità di un artista che ha attraversato varie esperienze, a partire dalla rivoluzione della ‘macchia’ di cui è stato uno dei promotori, per approdare nel corso della sua lunga vita a esiti tali da anticipare alcune correnti del Novecento.
Attraverso una serie di materiali documentari inediti e lavorando sui dati archivistici abbiamo potuto ricostruire la biografia, spesso trascurata, di un personaggio esemplare che ha saputo esprimere gli slanci e le contraddizioni, come testimoniare i fallimenti – la cosiddetta ‘delusione risorgimentale’ – del travagliato decollo dell’Italia unificata. Tutto questo emerge anche dal dialogo tra i dipinti e la produzione grafica, per la prima volta esposta e analizzata nella sua completezza. Proprio la collaborazione con l’Istituto centrale per la grafica di Roma ci ha messo a disposizione dei materiali straordinari, le bellissime e commoventi acqueforti, che rivelano la capacità da parte del Fattori ormai maturo di riconsiderare la sua poetica e rinnovare la sua forza espressiva avvalendosi di una nuova tecnica, alternativa e allo stesso tempo complementare alla pittura. Si tratta di un versante che, grazie a nuove indagini, potrà riservare delle grandi sorprese, anche considerando la sua influenza sullo sviluppo della grafica nel Novecento, tra il clima del ritorno all’ordine’, quando venne celebrato da Emilio Cecchi in “Valori Plastici”, Giorgio Morandi e gli artisti sperimentali del “Selvaggio”.
La mostra ha voluto mettere a fuoco, oltre alla personalità di Fattori, la sua specificità nel panorama figurativo italiano nella seconda metà dell’Ottocento. Si è distinto soprattutto, rispetto ai suoi compagni di strada, i Macchiaioli, per la sua fedeltà a un genere di grande rilevanza storica come la pittura militare destinata a celebrare o a documentare il nostro Risorgimento. Infatti, mentre in altri protagonisti del movimento macchiaiolo, come Signorini, Lega, Borrani, Cabianca, questi temi compaiono solo a ridosso della Prima Guerra d’Indipendenza, in Fattori costituiscono la parte preponderante di una vastissima produzione favorita anche dalla lunga vita.
I quadri ‘di soldati’, come lui li chiamava, occupano un posto particolare e non scompaiono mai dai suoi orizzonti creativi. Si tratta in parte di opere monumentali, che rimangono le più riuscite e impressionanti, come Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, L’assalto alla Madonna della Scoperta, la Battaglia di Custoza con cui ha vinto concorsi pubblici e che sono state acquistate dallo Stato. Mentre in quadri di formato più ridotto, come quelli presenti in mostra, risaltano, rispetto all’epica delle grandi battaglie, la vita ordinaria, la solitudine e il sacrificio dei militari anonimi al servizio di una causa più grande di loro.
Fattori sembrò affidare a questi dipinti una carriera che, dal punto di vista economico, rimaneva incerta, nonostante gli apprezzamenti, i premi ricevuti alle esposizioni, la visita, addirittura dei sovrani – il re Umberto I e la regina Margherita – al suo studio fiorentino. In una lettera all’amico e sostenitore Diego Martelli, inviata nel 1877 dopo aver partecipato all’Esposizione Nazionale di Napoli e a quella della Società Promotrice di Torino, gli confessa: “Se non vendo a Napoli né a Torino è chiaro che i soldati non li vogliono – e quando non li vuole il Ministro né S. Maestà né le L. Altezze, mi dici perché devo farli?”. In realtà continuò a dipingerli sino alla fine, nella convinzione di dover “mettere – così confessava – sulla tela le sofferenze fisiche, e morali, di tutto quello che disgraziatamente accade”. Proprio al termine degli anni settanta riprende con grande slancio le scene militari, conferendo loro una nuova forza, di denuncia e di riflessione sull’inutilità della violenza, tanto più che i molti sacrifici, di quanti erano caduti per l’unità, non erano serviti a creare una Italia migliore. Egli condivise questa disillusione con un’intera generazione che non si andava riconoscendo nella nuova nazione. Le sue opere sono le testimonianze più significative di questo Risorgimento tradito, ma rappresentano anche una riflessione universale sugli orrori e l’inutilità della guerra.
Grazie alla potenza sintetica del suo stile e a una straordinaria padronanza dei ferri del mestiere, soprattutto del disegno come confermano appunto le acqueforti, Fattori è sempre universale nella varietà di un repertorio, di cui la mostra offre un’ eloquente ed esaustiva campionatura. La scelta è ricaduta su opere tutte di qualità e dalla storia ineccepibile, tra cui non pochi capolavori, esalate in un avvincente itinerario che va dai ritratti, tra i più belli e intensi del secolo, ai paesaggi puri dove risalta una natura incontaminata studiata en plain air, alle scene di vita rurale dove, soprattutto in quelle ambientate nell’amata Maremma, vengono esaltati i valori del mondo contadino, contrapposto alla dimensione urbana che non amava, non nascondendo il suo disagio di fronte all’”aspetto grandioso, immenso” della metropoli moderna, “che sotto nasconde tutte le miserie”. È il suo giudizio su Parigi, dove soggiornò, non vedendo l’ora di ritornarsene a casa, nel 1875. Eppure, proprio nella capitale dell’arte moderna vincerà nel 1900, all’Esposizione Universale, la medaglia d’oro per le sue acqueforti.
Ma, come sottolineò il suo allievo prediletto nel necrologio letto in Accademia dopo la sua scomparsa nel 1908, le opere create e i premi ricevuti non erano bastati a “trarlo dalla povertà che sempre gli fu compagna nella vita”. In realtà la sua eredità, transitata – come documenta la rassegna collaterale realizzata presso la Galleria Ricci Oddi – al Novecento attraverso i suoi migliori allievi come Nomellini, Ghiglia, Viani, ma anche Carrà e Morandi, è stata ricchissima. Altrettanto avvincente risulta la fortuna critica che ne ha fatto – grazie al contributo dei suoi maggiori interpreti come Ugo Ojetti, Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Emilio Cecchi, Lionello Venturi, Enrico Somaré, Lamberto Vitali – la chiave privilegiata per la riscoperta dei Macchiaioli. La ricca antologia in catalogo, compilata in modo esemplare da Stefano Bosi, dà conto della vastità di questa letteratura d’eccezione, offrendo un nuovo strumento utilissimo alla conoscenza e agli studi.
Un momento decisivo è stata l’attenzione per la sua pittura, utilizzata come fonte d’ispirazione, da parte dei grandi registi italiani, come Alessandro Blasetti, Roberto Rossellini, Sergio Leone, e in particolare Luchino Visconti che tra Senso (1954) e Il Gattopardo (1963) si è servito della potenza visiva di Fattori per rievocare le atmosfere, le speranze e le disillusioni del nostro Risorgimento. Un video in mostra, particolarmente documentato anche su una possibile suggestione in maestri come Ford e Kurosawa, ci rivela questo aspetto, essenziale per far comprendere al pubblico l’attualità di questo grande testimone della nostra arte e della nostra storia.
GIOVANNI FATTORI 1825-1908
IL “GENIO” DEI MACCHIAIOLI
a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini
DATE
29 marzo – 29 giugno
ORARI
da martedì a venerdì 10-19
sabato, domenica e festivi 10-20
aperture speciali: Pasqua (20 aprile), Lunedì dell’Angelo (21 aprile), 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno
SEDE
XNL Piacenza – via Santa Franca, 36
INFO
tel. 329 5617174
e-mail: infomostre@xnlpiacenza.it
BIGLIETTERIA
In mostra, a XNL Piacenza, via Santa Franca 36, Piacenza
Online su Vivaticket.it
BIGLIETTI
Intero: 14 euro
Ridotto: 12 euro per visitatori fra i 6 e i 17 anni, over 65 anni, insegnanti in attività, studenti universitari con tesserino in corso di validità, forze dell’ordine in attività, dipendenti Soprintendenze e Ministero dei beni culturali con tesserino / dipendenti MiBAC, Soci Banca di Piacenza con tessera Socio.
Biglietto pausa pranzo: 8 euro dal martedì al venerdì non festivi dalle ore 12 alle 15
Biglietto speciale scuole: 3 euro
Biglietto famiglia: 28 euro due adulti e fino a tre minori (fino ai 14 anni)
Biglietto gruppi (max 25 persone): 12 euro + eventuale costo visita guidata
Gratuito: bambini fino ai 5 anni, alunni scuole d’infanzia che partecipano ai laboratori, accompagnatore scolaresche, persone con disabilità + 1 accompagnatore, guide turistiche con patentino e gruppo al seguito, giornalisti con tesserino, possessori tessera ICOM Italia
Noleggio audioguide: 4 euro
VISITE GUIDATE
Noleggio radioguida: 1 euro a persona
Visite guidate per gruppi (max 25 persone): 85 euro + biglietto d’ingresso ridotto
Visite guidate per le scuole: 85 euro + biglietto 3 euro ‘speciale scuole’
Visite guidate in lingua straniera: 115 euro + biglietto d’ingresso ridotto
Visite guidate per gruppi con guida propria / Costo noleggio radioguida a gruppo: 50 euro
AGEVOLAZIONI
Biglietto Unico / XNL + Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Il biglietto alla mostra consente l’accesso alla sezione Da Ghiglia a Morandi. Ripensare Fattori nel Novecento, allestita alla GAM Ricci Oddi, e alla galleria stessa.
Speciale Musei Civici di Palazzo Farnese – Il biglietto della mostra dà diritto a un ingresso con tariffa agevolata 7 euro ai Musei Civici di Palazzo Farnese.
Speciale Festa della Mamma – Domenica 11 maggio ingresso ridotto per le mamme accompagnate dai propri figli
Categorie