Al Museo Maxxi di Roma la Prima Grande Retrospettiva dedicata all’Arte Relazionale
A cura di redazione

Roma – Dal 29 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, il MAXXI di Roma ospita “1+1. L’arte relazionale”, la prima grande retrospettiva al mondo dedicata al movimento dell’arte relazionale. Curata dal teorico francese Nicolas Bourriaud, in collaborazione con la curatrice associata Eleonora Farina, la mostra ripercorre oltre trent’anni di pratiche artistiche e relazionali, con il coinvolgimento di circa 45 artisti internazionali.
Un nuovo paradigma: cosa significa “arte relazionale”
Il concetto di arte relazionale – o “estetica relazionale” – fu formalizzato da Nicolas Bourriaud nel 1998 nel saggio Esthétique relationnelle. In tale prospettiva l’opera non è più pensata come un oggetto autonomo, ma come una piattaforma di relazioni sociali, un contesto, un atto che coinvolge e trasforma la partecipazione dello spettatore.
In mostra al MAXXI, questo spostamento è al centro: dall’“ oggetto d’arte” verso la “situazione d’arte”; dalla contemplazione passiva alla partecipazione attiva; dalla forma chiusa all’evento aperto.

La mostra: struttura, protagonisti e momenti
La retrospettiva si sviluppa all’interno della Galleria 3 del museo e si articola attraverso tre grandi fili: le origini, lo sviluppo e le attivazioni delle pratiche relazionali in un contesto contemporaneo.
Tra gli artisti presenti: Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Carsten Höller, Pierre Huyghe, Philippe Parreno, Rirkrit Tiravanija, Felix Gonzalez‑Torres, Santiago Sierra, e molti altri.
Notevoli sono le opere di attivazione: tra queste, l’opera di Rirkrit Tiravanija che invita a cucinare e condividere un pasto all’interno della galleria; oppure l’intervento di Douglas Gordon con una lista di nomi che evoca la memoria delle relazioni personali.
Il percorso espositivo non è soltanto visivo, ma esperienziale: il museo diventa “laboratorio di relazioni, convivialità e interazioni”.
Perché è importante
Storico e teorico: Per la prima volta un’istituzione mette a fuoco in modo organico e ampio l’arte relazionale, assumendo che si tratti di “una delle principali correnti artistiche del nuovo millennio”. Rilevanza sociale: In un’epoca in cui le relazioni umane sono sempre più mediate da schermi e dispositivi digitali, l’arte relazionale rilancia la dimensione della prossimità, della comunità e dell’incontro concreto. Trasversalità: Il movimento attraversa confini geografici e disciplinari – dall’arte performativa all’installazione, dalla convivialità sociale al design partecipato –, rendendo la mostra una piattaforma di riflessione ampia. Attualità: Se la mostra ripercorre un arco di oltre 30 anni, invita anche a pensare al futuro: come sarà l’arte relazionale nei prossimi decenni? In che modo potrà evolvere in un’epoca di AI, metaversi e interazioni ibride?
Qualche nota critica e di contesto
L’allestimento della mostra è pensato in modo tale da attivare anche gli spazi interni ed esterni del museo – non solo “mostrare”, ma “abitare” lo spazio relazionale. Non mancano interrogativi: quanto può essere “istituzionalizzata” un’arte che vuole fondarsi sulla partecipazione libera e sulla relazione? La mostra stessa, ospitata in un grande museo, si confronta con questa tensione. Le pratiche selezionate certamente mostrano una “finestra” sulla storia dell’arte contemporanea, ma anche implicitamente suggeriscono che il pubblico non è più spettatore passivo: la visita diventa occasione di incontro, partecipazione, scambio.
Informazioni pratiche
Dove: Via Guido Reni 4, Roma – MAXXI, Galleria 3. Orari: dal martedì alla domenica 11:00-19:00; lunedì chiuso. Periodo: 29 ottobre 2025 – 1 marzo 2026. Biglietteria: aperta fino a un’ora prima della chiusura.
Conclusione
La mostra “1+1. L’arte relazionale” al MAXXI non è semplicemente una retrospettiva, ma un vero esperimento espositivo: uno spazio in cui la relazione – tra persone, tra opera e pubblico, tra artista e comunità – diventa al contempo contenuto e forma dell’evento stesso. In un mondo sempre più frammentato e digitale, questo progetto invita a riscoprire il valore dell’incontro, del condividere, del “fare insieme”. Una visita dunque non solo estetica, ma attiva.
Se sei a Roma nei prossimi mesi, vale sicuramente la pena entrare in questa “piattaforma di relazioni” e diventare parte del suo svolgersi.
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